Guerra. I conflitti sono davvero inevitabili?
“La morte? Una puttana come le altre”.
(E. Hemingway, in risposta a una domanda su cosa sia la morte)) Finché c'è conflitto... c'è speranzaUn dato è certo. Se con il nuovo presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, si arriva a una pace in Ucraina vuol dire che la pace era possibile già tre anni fa. Ovvero, ancora prima che la Russia di Putin invadesse il territorio ucraino (febbraio 2022). Non si tratta di stare dalla parte delle democrazie contro regimi tirannici, qual è quello di Putin, leader criminale che ha fatto uccidere giornalisti, oppositori politici, amici scomodi. Dalla parte delle democrazie, dei diritti e delle libertà ci stiamo da sempre in questa parte di mondo. O, almeno, ci dovremmo stare. Si tratta di denunciare il fatto che le guerre si possono evitare. E che il fare la guerra nasconde interessi economici, geopolitici e militari che appartengono sia alle tirannie, sia alle democrazie. Purtroppo, neppure le élite di potere delle democrazie si sottraggono alla scelta di far uccidere la gente, di manipolare le folle e di occultare la verità. In nome dei propri interessi. Basta una sola domanda per comprendere il quadro della guerra tra Russia e Ucraina, provocata dall'invasione russa che ha violato il diritto internazionale: da chi compriamo, adesso, l'energia per far funzionare la nostra economia? Da chi dipendiamo a livello energetico, e quindi negli scambi commerciali con l'estero? Chi può dettare legge sul comportamento dell'Italia (e non solo) grazie al fatto di tenerci per le palle con la fornitura di gas? Il conflitto non è guerra, non è violenza, non è distruzione. Può essere uno strumento per capire l'altro, per riflettere su noi stessi, per rivedere le relazioni: siano esse tra persone, tra organizzazioni o tra Stati. Chi sceglie la violenza, lo fa perché il conflitto ha fallito. Ma soprattutto, perché lo si è voluto far fallire. Chi, se non gli agenti nel conflitto, decide quando la conflittualità diventa guerra? Che cosa, se non il tornaconto economico (energia, merci, territori), ci racconta l'obiettivo di un conflitto, ma anche come evitarlo? Il fatto è che, in Ucraina come in Medio Oriente come in altre zone di guerra, sono le élite a giocare la partita. Le elite sono le uniche che vincono, con la guerra, e le uniche che non perdono mai, con la guerra. Per loro, per le élite, vale il titolo di un vecchio film (1974), sempre attuale, con Alberto Sordi: Finché c'è guerra c'è speranza. Maurizio F. Corte (Foto di copertina di Jupi Lu da Pixabay) CRIMINI DIMENTICATI. La storia del mese: il giallo di Fabio RapalliCrimini Dimenticati - Anello di Carta è un canale YouTube dedicato ai casi giudiziari irrisolti. Vi lavorano il giornalista investigativo Marcello Randazzo e l'autrice multimediale Simona Cascio. Questo mese ti vogliamo segnalare un altro caso curato da Crimini Dimenticati, con l'articolo di Anna Ceroni.
GIORNALISMO SCOMODO. Le bugie dei carabinieri sulla morte di RamyC'è un modo nobile di fare giornalismo. È quello di smascherare le menzogne e di lavorare per la verità sostanziale dei fatti. Un caso di verità sostanziale dei fatti è quello di Ramy El Gamy, 19 anni, morto a Milano, a novembre 2024, in un incidente provocato da una gazzella dei carabinieri. Vai al video Audio scelti per riflettere"IL FEROCE OMICIDIO DI GIOVANNA REGGIANI"Giovanna Reggiani, casalinga, 47 anni, viene uccisa a Roma nel 2007. È assassinata da un uomo all'uscita della stazione di Tor di Quinto, in una strada buia. In un "autunno caldo" di proteste e manifestazioni.
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“Il cuoco di Salò” (F. De Gregori)
Media, Conflitti & Crime Newsletter è curata da Maurizio F. Corte. Le foto sono da fonti aperte: i credits sono segnalati nel nome dei file. La newsletter, con periodicità mensile, è edita dall'Agenzia Corte&Media.
Direttore responsabile e coordinatore scientifico: Maurizio F. Corte
Siamo un gruppo di professioniste e professionisti che si occupa di analisi dei media su crimine e giustizia.
La sicurezza, i conflitti e le armi "Il vero castigo per chi mente è di non poter credere a nessuno". (George Bernard Shaw) Perché è possibile battere la guerra La guerra sembra sempre inevitabile. La violenza sembra sempre il sale di ogni relazione. Di conseguenza, di armi e soldati sembra non si possa fare a meno. A costo di sacrificare investimenti in sanità, servizi sociali, qualità della vita. C'è un'ovvia verità: con i miliardi di dollari spesi in armi si potrebbero risolvere molti dei...
Quando il pregiudizio è alleato del crimine “Ti concentri sugli indizi, ma ti sfuggono le tracce”. (Dal film "I segreti di Wind River") Dal movente alle relazioni personali Il movente distrae. Concentrarsi solo sul movente è il modo migliore per rischiare di commettere errori, prendere abbagli e dare l'opportunità - al vero colpevole di un delitto - di farla franca. Chi si rifà alla Psicologia Investigativa di David Canter, che ho avuto l'onore di intervistare nel dicembre 2011 all'Università...
Il crimine e il ruolo dell'Intelligenza Artificiale “Sotto il governo di un tutto repressivo, la libertà può essere trasformata in un possente strumento di dominio”. (H. Marcuse, L'uomo a una dimensione) Quella mente alla velocità della luce Non esistono - se non in misura assai limitata - criminali espressione di menti psicopatiche. Il criminale esiste là dove esiste un crimine. E un crimine esiste là dove una legge stabilisce che un certo comportamento è reato. È questo - sintetizzato ai...