Firenze e i compagni di merende

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La caccia alle streghe senza colpevoli

L'espressione compagni di merende è diventata d'uso comune. I guardoni, che spiavano le coppiette nei campi fiorentini, sono riusciti persino a far coniare dai media quello che è ormai un modo di dire assai noto e dai molteplici significati: i compagni di merende adesso sono anche quelli che fanno affari, che hanno loschi traffici assieme, che sono in combutta.

È curioso che i compagni di merende veri, quelli del voyeurismo toscano, abbiano visto tanto, senza tuttavia aver mai visto il "Mostro di Firenze" in azione.

Eppure è convinzione di molti - a cominciare da un eccellente criminologo, come Carmelo Lavorino - che siano più d'uno gli assassini delle 8 coppie uccise dal 1968 al 1985.

La serie Netflix Il Mostro ha di recente riportato l'attenzione su un caso criminale già parecchio attenzionato dalla pubblica opinione. Basti pensare che il trailer italiano della serie sul Mostro ha totalizzato 1,5 milioni di visualizzazioni, in soli due mesi, su YouTube.

Nel magazine Il Biondino della Spider Rossa®, il mio articolo dedicato all'uccisione di una di quelle coppie - Pia Rontini e il fidanzato Claudio Stefanni (estate 1984) - ha totalizzato alcune migliaia di visualizzazioni.

Il caso di Pia Rontini e del suo ragazzo mi ha toccato il cuore già nell'estate del 1984, quando - giovane giornalista - lavoravo, con il mio primo contratto a termine, nella redazione Interni ed Esteri del quotidiano L'Arena di Verona.

Per questo, non riesco a darmi pace di come 40 anni esatti dall'ultimo delitto del cosiddetto "Mostro di Firenze" non siano bastati per dare un volto e un nome agli assassini. E a chi li ha coperti.

In compenso, sono stati messi sulla graticola due compagni di merende: Mario Vanni e Pietro Pacciani. Il primo, Vanni, è stato condannato, nel 1999, in via definitiva per quattro duplici omicidi. Pacciani è morto nel 1996 da "non colpevole", prima del rifacimento del processo d'appello.

I famigliari di Vanni si stanno battendo per la revisione del processo.

Ad essere stata assassinata è stata, così, anche la verità. Impossibile che nessuno dei guardoni che animavano le notti toscane abbia mai visto i killer in azione. In compenso, la caccia alle streghe contro i compagni di merende ha consentito - a chi ha davvero ucciso - di farla franca.

Maurizio F. Corte

(Foto di copertina di Marion Wellmann, da Pixabay)

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